Carmen Licari è nata a Tunisi da una famiglia italiana, nel 1942. Fa i suoi studi presso la scuola di Notre-Dame de Sion, a Tunisi, fino al baccalauréat. Nel 1960 si trasferisce in Italia dove si laurea in Lingue e letterature straniere, a Bologna, con una tesi sulla tecnica narrativa nei romanzi di Maupassant.
Insegna il francese alla Johns Hopkins University di Bologna, dove dirige, fino al 1986, il programma di lingue moderne. Insegna il francese anche alla Cornell University (Ithaca, N.Y.), dal 1967 al 1969, e all’Institut Universitaire d’Études Européennes di Ginevra (1970-73). Dal 1973 al 1981 insegna “Lingua e letteratura francese” e “Didattica delle lingue moderne” presso l’Università della Calabria. Dal 1980 fino al pensionamento è professore associato di Lingua e letteratura francese all’Università di Bologna e tiene corsi anche presso la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori, con sede a Forlì. Ha fatto parte del corpo docente del dottorato in Letterature francofone dell’Università di Bologna, dirigendo alcune tesi sulla letteratura maghrebina.
Nelle sue ricerche ha privilegiato due filoni: la glottodidattica, con numerosi saggi di linguistica pragmatica, e gli studi sulle tecniche narrative e sulla loro evoluzione tra Ottocento e Novecento. Particolarmente significativi sotto questo profilo, sono i saggi : L’usage de la ponctuation dans le dialogue littéraire : sur quelques choix stylistiques de Flaubert à Sarraute (2004) e Poétique de l’instant : du monologue d’Edouard Dujardin au tropisme de Nathalie Sarraute (2008). Si è anche interessata ai rapporti fra il Belgio e la Francia in epoca simbolista, in alcuni lavori dedicati al poeta franco-belga André Fontainas, in particolare André Fontainas et ses amis belges, con Anna Soncini (Olschki, 1994). Ma il suo contributo più importante alla ricerca sono certamente gli studi su Nathalie Sarraute, di cui ha scandagliato con raffinata sapienza, dovuta anche ai lunghi anni dedicati agli studi linguistici, le tecniche narrative e le puntuali riflessioni sul linguaggio, sulla scelta della parola. Ed è con un lavoro dedicato a Nathalie Sarraute che chiude la sua carriera di studiosa nel 2010: Mah, cosa vuoi mai…: conversazione e sovraconversazione nell’opera di Nathalie Sarraute, in una raccolta di saggi in onore di Marina Mizzau.
Ma nel frattempo, forse proprio grazie alla lunga frequentazione con la Sarraute, la studiosa di tecniche narrative è passata alla scrittura creativa con un bel romanzo autobiografico, L’école bleue (2005), in cui rievoca con grande freschezza e una nostalgia struggente i lunghi anni di studi presso Notre-Dame de Sion, a Tunisi. Lo scrittore tunisino Hédi Bouraoui esprime un giudizio molto positivo sul romanzo e conclude così la sua recensione: «Licari décrit si bien l'atmosphère grouillante de la vie intime de l'école dans son contexte intérieur et extérieur. Son roman se lit d'un seul trait. Il nous fait revivre tout un pan de 1'histoire tunisienne à la charnière pre- et postcoloniale ». («LittéRéalité», vol. 17, n. 2, 2005, p. 102). Due anni più tardi pubblica una sorprendente raccolta di 25 deliziosi racconti minimalisti dedicati alle cose e ai fatti del vivere quotidiano, Des fleurs, des fruits et des légumes (Paris, Société des écrivains, 2007). L’ho riletto con grande godimento quest’estate e rinnovo l’apprezzamento che espressi al momento della sua uscita: “Uno sguardo acuto, spietato e benevolo ad un tempo, quello di Carmen Licari, che le permette di cogliere i riti, talvolta maniacali, di ogni esistenza e di fissarli sulla pagina in immagini e ritratti indimenticabili. Così, l’ovvio e il quotidiano diventano sotto la sua penna delle piccole epopee esistenziali. La narrazione è servita da una scrittura bellissima, che è il risultato congiunto di una raffinata sensibilità linguistica e di una grande conoscenza delle sottigliezze della lingua francese” (C. Biondi, “Studi francesi”, n. 157, 2009). L’ultima raccolta di racconti, del 2014, si intitola, Pages de paysage (Société des écrivains).
Carminella Biondi